Monthly Archives: Aprile 2010

Doppia fila

Suicidi lisergici di aperitivi con piogge acide e tachipirina illegale. Le noccioline nei bar sembrano il peggior pericolo della nostra società. I segni i fonemi non rendono giustizia alle viscerali urla notturne con lune tragiche e non. La giustizia del metro cubo?
Niente da lasciarvi. Non ne abbiamo i mezzi lingue inadatte
ai vostri accanimenti
ai nostri svenimenti 
ai vostri luogotenenti
ai nostri occhi spenti
Piangiamo come tombini.
Sposarti senza rendertene conto e gli altari rubati?
Non diciamo a nessun* cosa abbiamo fatto con il rosso del tricolore.
Vestiti bagnati  non prendere l’influenza e non c ‘è caldo. 
Rischiamo di mimetizzarci 
con le strisce pedonali
con le tribune elettorali
con  processi penali
con passati irreali
con riforme costituzionali
con uomini banali
Imitare il modello del modello del modello.
Rifare quello che non abbiamo.
Creare amare. Esplosioni d’organi che non riusciamo a vomitare.
Almeno la fine non sarà contaminata, biologica incensurata.
Un suv su un carro attrezzi,bello.
Ma allora…

Austriaci

Come bombardata. Tra sabato mattina e domenica notte sembra esserci un fuso orario di quelli che non devi dormire o mangiare per un giorno intero. Non c’è proprio nulla nella piazza con un sacco di O, solo il giallo delle giraffe urbane. Sembrava la scena di un film western abbandonato e noi gli attori che avevano sbagliato set. Tutto incantato. Solo l’aria dalle nostre bocche dava segni di vita e i tuoi meravigliosi denti mi facevano compagnia. Quasi dieci anni senza pedali e tu avevi l’unica bicicletta non rubata, anche se eri contro la proprietà privata. Dio che freddo! Le ossa martellate. Ma la città di notte cambia faccia e mi hai donato qualche km per rifarle il trucco. La piccola venezia,un livido enorme. Non c’era proprio niente in quella piazza e stavamo per arrivare a casa. Ci siamo capitati senza saperlo. Senza saperlo era un po’ tutta la sera. Tutto fermo. Un incantesimo che dal nulla prende forma su di noi nella sera più romantica che si potesse immaginare .Ti dissi che non avrei potuto dimenticarla. Poi in quella piazza che non aveva niente, passò un camion  e dei piccoli uomini scesero per nascondere quello che questa maledetta città non mangia. Piccoli piccoli mettono le mani in ciò che non vogliamo. Hanno in mano le nostre vite. I vestiti salati arrugginivano la catena . Il niente è più reale di quel che finge.


!!!ATLOVIR.

Aprite le danze sfuggite dalle ovvie stanze!
Oggi rifiuta l’utilità.
Non produrre
Non usare denaro
Non inquinare.
Non firmare
Ridicolizzare i maschilisti,
quelli che pensano di non esserlo 
quelli che fanno finta di essere diversi.
Colorare i treni.
Sciopero contro l’ovvio!
Armonizzare non colonizzare.
Basta con le schiavitù di corpo o di mente!
Basta con le dipendenze: economicamente o affettivamente.
Rifiuta rapporti di dipendenza dettati dall’abitudine o dalla solitudine.
Liberati vivace#mente.  
Autogestisci le tue follie le tue confusioni le tue incoerenze.
Le fantasie.
Fai l’amore mentre fai la rivoluzione-fai la rivoluzione mentre fai l’amore.
Metti in mutande il presidente. Zattere con i crocefissi.
Non discriminare.
Non ufficializzare.
Non comprare.
Fiori contro la virilità. Carezze contro le galere.
Affogati nei vizi non essere niente!
Boicotta la routine.
W il sudore basta con profumi standardizzati .
Cooperare non delegare.
Consapevole del presente scegli attivamente.
E se ci riusciamo altro che BOOM o sorrisi elettorali.
E se ……senza SE!

Auto-reverse

Ingoiando il solito catrame con la macchina non mia spesso mi ritrovo con una cassetta:compilation dance anni 90.
Parte così senza preavviso.Non riesco a levarla.
Lobotomizzante. Ripetitivo. Angosciante.
In  poche parole :tamarro.
Colonizza i timpani e  non guardo nessun punto con un brivido masochista e fastidioso che ti fa muovere la testa.
Come quando ti ritrovi con in mano quel cazzo di caffè con una bustina e mezzo in quel cazzo di caffè.Lo stesso da troppo tempo tanto da notare quando le cameriere sono innamorate. Quando inneschi un gioco di sguardi con le telecamere: capisci che il problema di sicurezza ce l’hanno loro, ma non fai nulla.
Una ripetitività disarmante ma calda.
Un tepore assassino.
Il biondo platino con la ricrescita nera : lo guardi ,non compri la tinta e non ti rapi a zero.
Lobotomizzante. Ripetitivo. Angosciante.
Poi capisco.
Guardo le manine del mangianastri. Faccio finta di niente ma lo guardo ancora e ancora.
Tic nervoso : strada-mangianastri-mangianastri-strada.
Vaffanculo hit mania dance ’97!
Prendo la cassetta e i vari fili messi  bene dal solito amico che di queste cose se ne intende  e lancio tutto  fuori dal finestrino.
Inchiodo e con una ferocia futurista mi avvento sopra quell’avanzo di gioventù paterna.
Vaffanculo Alexia . Vaffanculo Gigi d’ Agostino . Vaffanculo Eiffel65.
Non ci sarà  un luminosissimo lettore mp3 con dvd integrato e collegamento ai social network per auto.
 
 
Meglio cantare ed improvvisare coreografie ai semafori.
 

Scarpe adatte

Leggere Majakovskij alle cinque e mezzo perché non abbiamo più niente con cui farci. Le vene dilatate dai rossori alcolici non ci danno le forze per cogliere i colori psichedelici dei preservativi. Masturbarci all’aperto per l’agitazione. I centri commerciali da boicottare il sabato pomeriggio fanno la sagra del spendi di più ti voglio di più: nel reparto tutto a un euro a gridare che i camerini in realtà sono camere a gas, camere a gas, camere a gas. Ci puoi bruciare un pezzo di cervello alla volta. La guardia è stata presa da smanie sbirresche: probabilmente era campione olimpico di atletica. La prossima volta non metterò i tacchi  a spillo in vernice. Ma non ci sarà un’altra volta, è più bello così. O per lo meno facciamo finta. Dilaniarci di baci ora senza ritorno. Sa di molotov questo amore. Dobbiamo fare in fretta. O per lo meno facciamo finta. Quante ore di lavoro sono questa benzina? Quanto siamo stati sfruttati molestati e ingannati? I figli di papà non sanno amare. 

Reparto maternità

Non so chi morirà prima di cancro o di strada. Guardiamo i tramonti al mare e ci chiediamo se sono modificati geneticamente o possiamo ancora fidarci. Le stagioni hanno disertato da un po’.
Siamo nati nell’anno dell’intifada.
Quando ho un orgasmo di fronte a te o con te solitamente piango . All’inizio cercavi di consolarmi poi ridevamo . Poi avevamo fame. I nodi dei miei capelli fosforescenti districati  con teorie bizzarre sugli anni di piombo. Quante salite sgretolate sotto i piedi e le pietroline  vanno in su. Sarà il caldo.
Consolo i tuoi dubbi sull’infedeltà poco prima di appannare i vetri della tua macchina sempre nuova. Io a mala pena prendo il tram. Non abbiamo un* fidanzat* a cui siamo rimasti fedeli. I pensieri inutili sull’identità dei nostri sguardi che intanto ai tuoi pranzi di natale non verrò mai. Che tanto sarò io ad aggiustarti la cravatta alle tue nozze: ti sposerai in comune per farmi un mezzofavore;  in chiesa per testimoniare ci sarei venuta nuda e avrei rovinato milioni di dollari di festeggiamenti. Lei sarà bellissima tutta di fiorellini vestita e più faccio l’amore con te più le voglio bene. Prima di vederti votare centro sinistra riceverai le mie cartoline dai confini di stato che cercherò di  cancellare da tutte le cartine, così cambierai idea e prenoterai un viaggio per l’87  in prima classe. Io sarò sempre spettinata tu avrai sempre la camicia stirata. La ritroverai accartocciata fra le mie cartacce e agendine.
Immaginiamo i tuoi viaggi d’affari dirottati per venirmi a trovare in qualche buco di Beirut o di Oslo dove lavorerò per non mettere nulla da parte e studiare cose che il mondo dei buoni ci vuole nascondere. A fumare come se i km saranno sempre gli stessi. 
Ci nutriamo solo di plastica.
E non siamo liberi.
Il tempo ci scorre fra le mani con una lentezza drammatica e ci sentiamo sempre piccoli con sogni troppo ingombranti.
Sono le nostre giornate in endecasillabi che non vogliamo parafrasare.
Siamo nati nell’anno dell’intifada.
Siamo nati nell’anno dell’intifada.
Sarà per questo che siamo inconsolabili. 
Sarà per questo che abbiamo così tanta voglia di piangere.
Sarà per questo che  profumiamo d’arancia e limone.

E tu di chi sei comare?

L’incrocio sedilo aidomaggiore ha un cartello decorato con eccitanti pois che non ci facevano paura. Quando torni da Berlino il cheek in non chiede di lasciare il lago veneto a terra. Non ci abituiamo mai a casa nostra . Gli agnellini conservano nei ricci un po’ di sangue materno e un pezzetto d cordone ombelicale: sono leggeri e non si lasciano prendere. Le nike nuove non erano più un problema attaccato alla ringhiera mentre le pecore ti giudicavano folle. Come puzzavi. I pendii ci guardavano in silenzio e la primavera in fondo non mi ha mai abbandonata. Non piove. Antioco aveva ben poco di Arcadia ma le mani avevano gli stessi secoli. Più accogliente della metrica e molte meno parole. Le curve ci facevano chiacchierare e non so come non abbiamo vomitato. Una cartina scritta dietro uno scontrino da un autorità infallibile e incontestabile: babbo. Il tom tom ha fallito in pieno cosi come la globalizzazione. Mariaantonia aveva due occhi grigi che non riuscivi a  distrarti . Forse era stanca ma curiosa. Un vestito nero con ben poco da spiegare con le rughe più belle che si potessero desiderare. Vantava il nipote andato in continente. Poi si accorge che non mi conosceva. Ahhh sei di thattari, e di chi sei comare? Gente come lei Ampi l’ha vista solo su national geographic channel,in replica. Troppo impegnati a boicottare le elezioni a candidarsi a…mi sono persa. Da bagella non troverete niente per imitarla, né lei né Antioco. Non sono in qualche mostra  fotografica o in qualche romanzo del tipo “la sardegna è il più bel posto del mondo”. Sono dappertutto con ogni singola variante non ufficiale di limba. Bidonì comune ogm free.

Farà freddo

E magari un giorno molto probabilmente
Camminando fuori dai portici per sembrare un po’ più alternativi.
Lo faremo solo noi. Cisiamo sempre capiti solo noi.Le cose ovvie non ci sono mai piaciute.
Ci faremo spazio fra la neve,per guardarci.
Magari quello è il giorno giusto per cambiare tutto.
Magari le cose si muovono e noi dobbiamo essere pronti a farci trascinare dal corteo.
Magari questa città era quella che credevamo giusta per avere le rivincite di vent’anni di delusioni speranze e volantini stampati male.
Magari qui non cambia proprio un bel niente ma almeno ognuno scalderà i sogni dell’altra.
Nel mentre regaliamoci fiori di carta velina che qui in centro non se ne vedono.
Coricati pure sui miei seni che intanto io mi riposo sulle tue ginocchia.
A quale stanza oggi rovineremo i polmoni?
Avevamo un unico sguardo prima. Ora è lo stesso con più sangue.
Giocheremo a fare i grandi per non crescere mai. 
Per non morire mai d’inettitudine
Per non morire mai di solitudine.
Per non morire mai di noia.Che è peggio della fame.

Uguale

Dillo su.

Dai che ormai le hai pensate tutte

“stronza” ormai da quante volte l’hai detto è diventato unodei tuoi denti

Pezzo di merda,incoerente,bambinetta,immatura..

Perché non avevo voglia di stare ai tuoi servizi, alle tuegelosie. Perché ho una mia autonomia. Una mia vita che non puoi controllare. E  come tutti gli altri non lo accetti. Perché la mia vita non si risolve con te.Perché non ti voglio fare da madre,sorella, badante,crocerossina a risolvere ituoi problemi ansie paure indecisioni. Perché ho una testa!

Dai dillo.

Fra i denti l’avrai detto ma sai che non c’entra nulla , chepisci fuori dal vaso. Dal tuo vaso!

Scema,cretina, irresponsabile,infantile.

Sei troppo politically correct spacciato troppo spesso per “compagno”.

Muori dalla voglia di dirlo.

Da dillo

Dillo

Dimmelo 

 

 

 

 

 

 

PUTTAAANA!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

————————————-Alla vostra voglia d’amare diversamente.


Biblioteca

Non aspetteremo che via zanfarino diventi via zamboni, via s.ottavio o via ostiense
Ci piace sognare un po’ meno disperare.
Se piangiamo corriamo.
È un istinto irrefrenabile alla realizzazione
Cerchiamo di conquistare i nostri domani consapevoli e spontanee. I fiori ci aiutano.
Diffidiamo di ogni verità
Abbiamo sempre una bestemmia divertente per dio e per gli uomini.
Non amiamo giustificarci.
L’inettitudine l’apprezziamo solo fra le copertine.
Incazzate,permalose,nervose,pazze.
Per un pezzetto di futuro siamo un po’ studentesse un po’ lavoratrici un po’ psicologhe un po’ astrologhe. 
Cabarettiste. 
Al sole regaliamo le nostre utopie ,nel mentre ci consola.
Ci sarà sempre un biglietto da fare.
Non moriremo qui.
Se il cuore ci sanguina e ci costringe  a letto meglio ce lo strappiamo e ci alziamo.
Noi ridiamo. Non perdoniamo.
Sogniamo lentamente fra il solletico.
Ma non resteremo qui.
Ma non staremo ferme a piangerci addosso.
Ma del domani abbiamo brama.