Monthly Archives: Giugno 2010

78 -flauti e girasoli-

Perché non soffochiamo nella curiosità delirante? Questo si che è assurdo! O ciò che non è assurdo è assurdo? Ordine e balletti flauti e girasoli. Chiedere : il punto che non è l’arrivo. Non sarai ancora lì sedut*  a leggere?

Tra parentesi addio

Di andare via l’hai deciso tu, almeno non ci sei più.
Devi studiare, pensare al tuo futuro
non lasciarti perdere nessuna occasione.
Certo amore che mi manchi.
Ritorna a casa appena puoi.
Qui è tutto ok caro, anche quando non ci sei, soprattutto se non ci sei.
Bravo caro! Continua così!
Bravo esci e divertiti 
respira a pieni polmoni l’inquinamento delle città continentali.
Ti aiuta a crescere. È normale e giusto 
non puoi rimanere mica un ragazzino per sempre mio tesoro!
Io ti appoggio in tutto ciò che fai anche da qua giù: tranne nel ritorno.
Certo che mi manchi.
Ti amo anche con il mare in mezzo.
Anzi di più forse perché non ci sei più.
Pasqua e Natale? Controlla bene prima di prenotare 
magari per un esame non puoi rientrare.
È per il tuo bene.
Anche tu mi manchi.
Altre mani sui miei fianchi.
In estate concediti anche ad amici e parenti.
La raioner ha cancellato tutti i voli per venire da te. 
I love you web cam.
Esisti solo sul mio cellulare.
Una mano nella tastiera e l’altra in un corpo 
Che non è il tuo che non è il mio.
Tu non stupisci.
Le lacrime che mi fai vedere sullo schermo
sono una registrazione della prima settimana.
Ti aspetto amore mio.
Torna presto oppure no.

1

Perché?


Umidi.

Scivola piano
Dalla tua cute rilassata fino al sopraciglio spettinato.
Una goccia tiepida nata da un caldo affannoso di qualsiasi stagione.
Stretti 
Poi incontra la mia fronte adolescenziale
E giù .
Lo zigomo da nevicate, ma lo supera.
Un po’ di guancia
Sotto l’orecchio 
Adesso dietro il collo.
Per morire poi di nuovo
Nei capelli, i mie.
Respirare è abbastanza.
Alcun sforzo concepito.
Neanche parlo.
Copriamoci: la broncopolmonite è filo clericale.

Liberazione? Via!

Quando quella volta sono uscita di casa per incontrarti ma mi sono ritrovata in fila alla cassa
 
 
 
Mi indicano mi guardano sembra vogliono toccarmi. Mi succhiano il cervello.  I manichini dagli occhi confindustriali dietro le vetrine dell’emisfero opposto. Desiderano sapere cosa voglio e di cosa non ho bisogno. Di notte sotto i portici extra sembrano più crudeli. Vampiri. In fila mentre passa la preda. Questa sera regalano il gelato al gusto di fotteteci pure che ormai compriamo tutto . Ma siamo liberi di non comprare o comprare. E allora perché siamo tutti in fila alla cassa? Ah giusto la libertà della cassa da max dieci pezzi. E se nel parcheggio ti massacrano perché sei gay nero donna handicappato  cinese  è roba da tv: l’ordine è pensare al tuo futuro realizzarti professionalmente guardare avanti un due un due! Che fai ? chi guardi? Guarda dritta! Lo stipendio sarà la tua felicità la tua libertà!un due un due. E poi una corda come collana. Lavora produci crepa con un sorriso avete vinto anche su di me.. Il commesso fricchettone dell’iperc#op : il consumismo dal volto umano. Apertura straordinaria . Il signor direttore non lo frega mica il primo maggio. Recuperare sorridere comprare scontrino scontrino scontrino scontrino scontr… apertura straordinaria delle mie ovaie! Ovaie in ebollizione, da asportare. Signorina su non faccia così migliaia di bambine vietnamite da adottare per saziare la sua ovvia voglia di maternità. Il ginecologo, a quanto pare, fa la spesa al minganti stringe la mano a quei succhia sorrisi dietro gabbie di vetro. Apertura speciale del mio ventre. Commessi o infermieri impauriscono un po’. Le tue orche ricche sul tapirulan fanno aumentare gli acquisti. Min#ant# le tue officine di morti celebrali  tutti figli dei tuoi manichini. Loro vampiri noi zombie. Eccitazione da cassa aperta. L’imponente scala mobile: per l’inferno si sale. Si maschera da angelo sorridente. Per la gioia dei nostri clienti il centro commerciale m#ng#nti rimarrà aperto tutti i giorni 24 ore su 24. I nostri clienti al mio servizio ehhmm.. i nostri dipendenti al vostro servizio!!!Venite a trovarci!
 
 
 
 

Dedicato a tutt* i/le clienti  del centro commerciale min#an#i di  VIA della LIBERAZIONE, sperando che scoprano nel loro intimo quel brivido da ammazza vampiri che è  in tutt* noi. Della paura non abbiamo bisogna, di difenderci si.

L’acqua calda è finita

E sospirare, lentamente. In quella pace stellata con poca aria condizionata e i tuoi giallastri sorrisi mattutini. In questo frangente tra carta stagnola e tabacco sbriciolato fra capezzoli rilassati : stanotte ti ho sognato fuggivi con i miei vestiti addosso comprati da un cinese che mangiava le batterie dell’auscian. Ecco dove vanno a finire quando le butti. I nazisti non le porteranno più. La gioia di spacciatori improvvisati con la metà dei nostri anni. Non muoverti per favore! È un incanto questo risveglio senza caffè . Fumare gli avanzi delle nostre nottate. Poi muori o cresci. Rassegnarsi fingendo.  Futuri perfidi hanno violentato le parche ma si vendicheranno per futuri di sorrisi e sorrisi convinti un po’ instabili. Mi raggiungerai vero?  Verrai a vedermi sognare a vedermi lavorare e imprecare ancora per farmi sentire da accenti diversi. Piangerò ma la neve ha un profumo delizioso. Morti da sub affitto e solitudini ingrate. Chissà se avrò ancora voglia di te, ops questo non dovevo dirlo a voce alta. Non l’eterno no.  Se non ci alziamo ci ritroveremo sposati magari non fra noi ma con un lavoro da imbecille e le rate della macchina. Lo shopping del sabato sera. Le offerte della lidl.  La pizzata con amici da nuovo mutuo domani mio figlio fa la comunione. Non posso tornare tardi non posso stare qui a guardare i tuo occhi sverginati da incubi standard. Fammi vestire non voglio vedermi morire incinta o raccontarti i pettegolezzi della vicina degli anni che ci aspettano. Non voglio arrivare a dirti un per sempre. Rompiamo questo piano perfetto sacrifichiamolo all’imprevedibilità di ogni rivoluzione poco armata. Ogni rivoluzione sessualmente attraente. Che senso ha svegliarci sapendo esattamente come cazzo finirà il fottutissimo giorno seguente? Non posso coricarmi sapendo che domani ti rivedrò sicuramente! Farà freddo ma devo tremare per farmi scaldare da un gelo più simile al mio. Questo tepore sanguina grigiori sospetti. Voglio smog da respirare in questo buco arrivano solo i giornali anti inquinamento ma il traffico con le nubi dietro non le ho mai viste, a parte il cancro dei nostri amici trentenni. Volevano vivere una vita come tutte le altre. L’unico brivido una scopata all’aperto e cinque euro trovati per terra. E sapere di avere il cancro.  Si muore di cancro o d’incidente. Anche se tuo padre ha preferito un infarto. Non riderò mai più in questo stato di cose. Fammi alzare da questo caldo accogliente e soffocante. Sei un veleno, dolcissimo. Netturbino portami via. Ruberò il furgone. Il tuo.  Netturbino di poche parole e molte notti. La camicia la posso tenere? Quando sarò sazia, la lavo la stiro e te la rimando. Spero  ad un altro indirizzo. Buongiorno anche a te.

Tutto gratis o quasi

I pettini disonesti e i terroristi che hanno paura dei fuochi d’artificio non mi lasciano altra scelta. Quanto costa? Regalarti una bellissima pozzanghera per saltellare una stella da fissare e speriamo ci sia la luna piena per proteggerti dai licantropi. I muri della città per sfogare le tue crudeli parole : l’illegalità ti ha sempre eccitato. Qualche fiore rubato da bellissimi balconi. Un ballo incantato con i palazzi come pubblico e la musica sarà diversa per entrambi. Vestirsi bene per svegliarsi mal ridotti dove nessuno ci vede. Una notte vale l’altra per essere scoperta scopata squarciata. Una notte inutile come le altre che merita lenti respiri e ricordi che non avremo . Una poesia scritta male con errori grammaticali cosi da vederti incazzato contro la scuola italiana. L’autorità accademica. Ministri da eliminare qualcuno da sacrificare. Un sessantotto da rifare e riamare con noi nelle copertine di qualche libro che ne parli bene. Ti scriverò lettere d’amore per cercare citazioni delle nostre vite e la cartolina di un viaggio che non potremo mai fare per dei futuri cinici taglienti e per niente gentili. Conserva un po’ di tempo per salutarmi, per salutare le nostre cose abbandonate senza progetti senza matrimoni e certificazioni. Il tempo a definire i rapporti che non devono avere definizioni per dei ti amo troppo trasparenti. I ruoli invertiti dalle nostre intelligenze stanche per i miei femminismi contorti. Ti sta facendo effetto? Bienvenue dans mon monde mon amour. 


Lenzuola sporche

Svegliarci su vinili vestiti a maschera sulla musica di partito non si può . La fantasia ci stritola le vene : la lotta continua alla noia e alla noia di lotta continua. Non sono per niente seria lo capisci o no?  Vestiamoci di coriandoli per fare autostop ad astronavi in riserva : evita di sussurrarmi che non siamo più negli anni sessanta. Colorati di sudore da fumo e profumo in offerta da super market che si appiccica su vestiti vanitosi: non usare questa scusa per non vestirti, mi dici. Aggiungi che i miei seni modesti non sono un efficace messaggio astensionista. Cos’è che non va? Va tutto perfettamente male aldilà di questo letto cuscino fodera finestra mensola persiana tappeto comodino posacenere lettere. Non vogliamo vincere, non siamo fatti per essere condottieri. Rivoluzioni contro  la noia è diverso da rivoluzioni fatte perché ti annoi : disperatamente in festa. La mia testa si schiaccia sotto carri armati da bolle luccicanti : non mi accontento di finti orgasmi. O gemiti da attrici scadenti. La passività non si ferma in gola. Evitiamo il tedio più o meno industriale con pois dentro le palpebre,al fuori poi. Ti ho sporcato con tutti i miei sogni è rimasto poco di te, giusto quello che mi serve. La libertà non s’impara, perdonami. Prima di andar via  ricordati di lasciarmi un ricordo di te, uno di quelli che avranno peso in un epoca artificiale. 

Lamenti dolcissimi di futuri del secolo scorso

“Dobbiamo fare in modo che chi nascerà dopo di noi rimpianga di non essere nato nella nostra epoca” La Primavera della Gallura
Domande. Togliere tempo alla produzione. Domande. Qualcun* si è accort* che siamo passat* dal pci al pc? Se si, sei  assolutamente invitat* a contattarmi al più presto : è un problema la faccia nuova e l’opinione che non stona. Ho bisogno d’aiuto da parco lambro a feisbuc. Abbiamo un rapporto morboso con il presente. Seghettato criticato snobbato frammentato sbriciolato peggio di una macchina da guerra. Ma non lo lasciamo e non lasciamo che ci lasci o che ci passi davanti. Sappiamo benissimo dove vorremo essere se fossimo avanti o indietro. Per il futuro scarso che a fatica e con poche risorse ci costruiamo abbiamo molta immaginazione. Siamo più pratiche del passato. Puoi concludere dicendo che ti sei masturbata scrivendo e un viva la rivoluzione. Chissà se fa male sognare un domani di quarant’anni fa dove sembriamo così sicure cosi a nostro agio nel decidere da che parte stare. Non saremo mai nella mente di berlingazzo. Mi avrebbero già ucciso. Ma chi l’eroina? Forse qualche agguato. Moriamo un po’ dentro ogni volta che conosciamo qualcosa di più, che è già successo,già stato. Ed era bello proprio come lo vorremmo. Ed è bello perder tempo per un tempo incantato. Anche se non è una favola. E per quello che ancora non conosciamo. Domande e riflessioni rabbia e dintorni che non portano crediti. Dalle finestre sembriamo brave. Ma tu nel ’76 avresti votato? E se si chi? E non dirmi stronzate. Il femminismo non è la ceretta per i baffi. Applausi e lacrime di commozione. Rimpiangiamo un altro po’ e poi basta.

Inchiostro

Tutto bianco.
Bianco.
Straziante e bianco.
Non so più se è dolore. Non me lo chiedo.
Il sangue si è solidificato. 
Pesante e duro. 
Né emozioni o sentimenti.
Nulla.
Se penso mi distruggo.
Meglio niente. 
Bianco.
Punge e fa male.
Male male male male male male male male.
 
 
Arriva senza bussare,
l’invito è superfluo
una carezza che sa di sabbia.
Disseta. 
Un pizzico graffiante:
litri e litri di vernice nei miei occhi straziati.
Quanti colori vedi nelle mie labbra?
 
 
 
 
 
Tutto bianco .Bianco. Straziante e bianco. Non so più se è dolore. Non me lo chiedo. Il sangue si è solidificato. Pesante e duro. Né emozioni o sentimenti. Nulla. Se penso mi distruggo. Meglio niente. Bianco. Punge e fa male. Male male male male male male male male.
 
 
Arriva senza bussare,l’invito è superfluo una carezza che sa di sabbia. Disseta. Un pizzico graffiante:litri e litri di vernice nei miei occhi straziati. Quanti colori vedi nelle mie labbra?