Stasera mi guardo un film.

Poi c’era la riva del po che non avevo messo in conto. Allora mi sposo. Tante volte quante le malattie che si possono prendere solo a guardarlo. Mi basta un si appena sospirato ed è fatta con tutta questa umidità che non ci fa ragionare che sembra un anestesia esilarante. Tutto finto come un borgo medievale dell’ottocento. Come la limpidezza delle acque e la carne di maiale umida quanto un topo di fiume che ormai hanno le squame sai l’inquinamento i rifiuti la neve non basta mai. Tre euro e cinquanta per un infezione felice e appagante. Sali su un gradino e hai bisogno della slitta. Le piazze posizionate male incastrate a casaccio le banlieue forse più mito che realtà per farti sentire a casa ogni sabato mattina­. Lo zucchero a velo attraversato a 200 km orari sembrava di stare nell’est europa se non fosse per qualche accento barese che raccontava di milano. Correva l’anno 1953. La stazione che avanti ieri non c’era. Magari stasera stiamo a casa e chissà cosa ci perdiamo poi mi tocca rinfacciartelo a vita e divento noiosa e per riparare ci vuole l’evento dell’anno da riproporre ogni fine settimana, ovviamente gratuito. E mi perdonerai sempre. Luci. Numeri. Poi la multa e quei cinque euro forse li avrei dovuti spendere per leggere sul quotidiano locale che gli americani sono in vietnam e mandare una cartolina senza saluti con quelle frasi sdolcinate tipo sognami ogni tanto. Tipo quanto cazzo costa il treno peggiore del continente? L’odore di cibo sui vestiti i termosifoni intelligenti il miglior panorama per i miei occhi chiusi le finestre eccentriche nelle peggiori posizioni. La mia indecisione poco prima di attraversare l’oceano su quale riva toccare, ma ora possiamo camminare. Una passeggiata per sposarmi sulla riva del po tutte le volte che mi va.


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