Monthly Archives: Aprile 2013

Guai

Se ti dico che andrà tutto bene non crederci. Se ti dico che ti amo così tanto da sopportare i tuoi difetti non ci credere. La sopportazione e il sacrificio lasciamoli ai preti, a qualche prete. E falso buddisti presuntuosi. Perché prendersi carico di un’altra esistenza non lo auguro a nessuno, il negarsi per qualcun altro, soffrire, stringere i denti. Lanciare piatti, nervosismi, pianti, mi sa che stasera dormo fuori. Condividere è altro. Non voglio spiegarti perché non torno a cena, perché le riviste e la carta sparse per me non è disordine ma una mia espansione, perché invece le gocce di caffè non devono essere contemplate né in questo sistema né in una società utopica. Non voglio dirti perché faccio il letto prima di uscire, sempre, anche se rischio ritardi esagerati, se non faccio colazione e lavo la tazzina a giorni alterni. Perché il tuo disordine non è il mio e non è degno di noi un discorso così infimo. Con tutto ciò che ci circola attorno e dentro e poi sfuriate volgari. Tu che non sai fare niente, potresti smontare le convinzioni di ogni profondo liberare anti open source ma la tua capacità del rapporto col quotidiano è come l’effetto di un progetto politico basato sul vestirsi male. E a me e a te le camicie stanno alla grande. Per ogni primavera troppe parole per ogni giacca per ogni pasto per ogni briciola per ogni ora giustificazioni del tuo non saper non voler fare. Io non potrò mai sbagliare, i tuoi sbagli diventano stanchezza da consolare. Il patriarcato è dietro l’angolo e io non sono l’angelo emanicipatore. Meglio amare i tuoi difetti, per modo dire, nascosti. masochismo inutile. Magari se capita per qualche giorno, finché il mio piccolo letto non mi salverà con il tuo mal di schiena. No non andrò in farmacia per te. Riserviamoci l’emozione, seppur vecchietta, di pomiciare al cinema. Anche prima del film. E di dirci ci sentiamo domani.