Non ricordo

Non ricordo i nomi delle mie colleghe del primo anno di Lettere moderne. Non ricordo se vivessero a Sassari o in uno dei milioni di paesini attorno alla città, i loro autori preferiti, i loro sogni, se al bar prendessero il caffè o il cappuccino. Se scrivessero con la penna o la matita. Comunque sia erano tutte dolcissime con una spiccata solidarietà per ogni studentessa di fronte all’esame di storia romana.

Non ricordo mio babbo quando fumava. Se lo facesse con la destra o la sinistra, la marca delle sigarette, la ricerca dell’accendino. Aveva smesso per la festa della mamma.

Non ricordo un periodo in cui non avessi impegni

Non ricordo più dove ho messo il poster delle Spice Girls.

Non ricordo quando ho iniziato ad ascoltare la radio, forse un inizio non ci è proprio stato. A volte non ricordo il momento della giornata in cui l’accendo. È diventato come lavarsi i denti, o allacciarsi le scarpe.

Non ricordo niente del catechismo, per fortuna.

Non ricordo quando ho letto il mio primo libro femminista, quando sono diventata antifascista e quante volte ho spiegato al bidello della scuola che anarchia non vuol dire caos. E che se i bambini fossero anarchici lavorerei gratis.

Non ricordo tantissime feste di capodanno.

Non ricordo se ti mangiassi le unghie, se avessi la barba o i baffi. Non ricordo la forma dei tuoi piedi, se indossassi camicie o magliette. Non ricordo se fosse amore o noia.

Non ricordo più la prima lettera scritta al computer.

Non ricordo che cosa si provasse a saltare forte nel lettone.

Non ricordo la casa ad Olbia, la mia prima casa, escluso un soffitto altissimo e il caminetto. Non ricordo la via, il quartiere, le vicine di casa a parte il fatto che fossero vecchissime. Era l’epoca pre-Giulia, quando ancora non era nata, e forse per questo motivo non ci è proprio permesso ricordare qualcosa prima del suo arrivo. Giulia è arrivata nella casa del quartiere Latte Dolce di Sassari, la sua prima casa.


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