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Centrotavola

Con tutta la pianura padana da prendere a martellate. Correvamo forte. Ti fermi sul ciglio della strada e per fortuna non cadiamo. Scendi a prenderti uno di quei bei fiorellini gialli, dai che te lo regalo. Avevo il fango fino alle ginocchia per farmi fare un regalino. Per un bel centrotavola, più fiori che cibo, più tenerezza che fame. Non mi ricordo dove andavamo, parlavamo sempre, o meglio io ti ascoltavo, tu a fatica cerchi di interpretarmi, per non stancarti a capire. Come hai fatto a starmi così lontana in un letto così piccolo? Sono solo stanca. I casolari infiniti per fuggire dentro a piangere in silenzio, per dirti poi che non c’è niente, per sentirti poi raccontare tutte le volte in cui hai pianto tu. Abbiamo un bel centrotavola.


Periferia

Chi vive in pianura padana vive tre anni. Noi due sempre a perder tempo. Tutto tempo perso senza vederci. Chissà quanto anni abbiamo buttato. Ci rimane solo qualche risveglio, tutto venduto alla speranza di vivere, di darci un senso, di salare un po’ la solita minestra. Al di là delle pedonalizzazioni del centro i suoi santi caduti dal cielo per le bestemmie poco comprese per le tue ansie poco visibili. E mi svegli la notte tirandomi i piedi come gli spiriti. Ogni tanto dimentico che siamo atei. Che non riesci a dormire per cose che devono succedere. E poco ti preoccupi delle cose già successe come il mio lavoro di merda che se non la smetto di contagio la stanchezza. Ma dormiamo poco e male ma ogni tanto senza esagerare. Con le scarpe allacciate la luce accesa con le mie braccia pesantissime su di te . E quei strani dolori che mi vengono ogni tanto. Tutti su di te. Sdraiati straziati addormentati. Una casa piccolissima. Non potevi immaginare delle stanze così indecenti e degli affitti così crudeli. Peggio dei padroni. Il cellulare squillava le mie eterne amiche reclamavano sabati sera fra noi da non regalare alle parole scritte, lette, ascoltate dibattute. I fari delle macchine velocissimi su di noi ci accarezzavano senza esser invadenti. E non abitavamo neanche sui viali. Ogni domenica vorrei svegliarmi in questa strada. E magari chissà altro. La spesa le colazioni i parcheggi. I tossici la piazza i cinesi fortissimi a pallacanestro ma mai quanto i lituani. Le mamme con il velo i bimbi che parlano qualsiasi lingua. A casa non ci sto mai. Quando torno mi sembra di esser stata via per anni. Sarebbe più semplice se mi mancassi solo tu.

 

 

 

 

 


Evoluzioni scettiche

https://twitter.com/ConunagrandeA

Non sto capendo molto, ma forse mi impegno senza giurare su dio.


Migrazione

Per possibili dubbi

Se il fausto e avverso destino ti ha portato a guardare questo blog più di una volta avrai notato che c’è stata qualche modifica grafica; infatti tutti i blog appartenenti al progetto Noblogs sono stati traslocati dalla piattaforma di Lifetype a WordPress, ottenendo più servizi,più facilità nella comunicazione e nello scambio di idee. Il collettivo autistici/inventati , il manifesto, la policy e gli intenti rimangono invariati. Questo è tutto con molti ringraziamenti. Prossimamente sperimentazioni grafiche e le solite sparse lettere da rincollare.

Buon non-lavoro a tutt*