tu, io, dopodomani.

Chissà come mai qui il freddo non è ancora arrivato. Chi è andato via ha già passato la febbre. Noi sudiamo ancora. Ma lo sai che da grandi avremo bisogno di molte più cure perché anche la febbre sarà diversa, meno romantica sicuramente. Quando eravamo piccoli, non molto tempo fa quando entrambi avevamo troppi capelli ci guarivano i fazzoletti bianchi, anzi forse non ci accorgevamo neanche di essere malati. Ora, qui di fronte alla farmacia che è sempre aperta tranne adesso ad aspettare qualche veleno per farti passare il più sano dei mal di testa. Siamo piccoli e impazienti, siamo piccoli vero? Ma quando saremo grandi, fra tanto tempo vivremo lontano lontanissimo da qui e anche se non vuoi andar via  lo sai che ti impacchetterò senza ricevuta di ritorno. Poi torna pure. Salveremo metà del mondo. Una parte io una parte tu; io voglio medio oriente e sud america che fa figo che tutti più o meno almeno un volta ne parlano, anche quelli che non leggono i giornali che prendiamo volentieri in giro, ma ci passano anche i lettori assidui, i quotidiani e i mensili e i settimanali.  E io ne ho una di troppo di opinione. E tu non sei il detentore del troppo. Magari moriamo laggiù in quel lontano anche se breve o passeggero. E la tua famiglia l’avrai già dovuta costruire. E se i nostri futuri si scambiano come malignamente mi  auguri ti mando una cartolina ma saremo via, si anche tu, anche se ora ti sembra strano e improbabile. Ti scrivo bene l’indirizzo così vieni a trovarmi e non avremo mai abbastanza tempo per finire i nostri discorsi. Non capisco come fai  a capirmi. Sembra sempre che ci vediamo dopo tanti anni ma siamo piccolini e i giorni ci sembrano anni. Immaginiamo i nostri domani, ma in fondo, tu,  volevi crescere davvero? Con la nostalgia dei nostri mal di niente fra chissà  quale tempo in qualche città inquinata o in qualche paese sperduto, magari in questo, con qualche lavoro che non ci piacerà mai abbastanza a  ricordarmi che mi devo ricordare di raccontarti che…


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