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Buchi, dislivelli, passeggini, collaborazionisti del consumismo natalizio, automobili, sbirri del traffico, gradini improbabili, quello che si veste come un autonomo, quella tipa che non c’ha un cazzo da fare, oh cazzo macchina, camion, bus, navetta, tram, vecchietta, motorino, altra bici ma che guardi? Ah ok. era un sorriso. ponte, treno, levati che non c’ho freni, levati. Inventare piste ciclabili per sopravvivenze inaspettate. Come fanno i miei piedini a fare tutto questo rumore? Non pensavo di poter essere così legale nello spostarmi senza manco un furto senza manco un contributo alla micro criminalità. Le mie solitudini condivise un po’ snob. Le porte qui le incrocio io. Un campanellino part-time. I mattoncini rossi nascondono la notte che mi sembra desolata questa città sembra sempre avere la stessa ora, poi mentre si discuteva di gru impopolari quelle che stanno ancora più a nord guardavo un pezzettino di cielo in un inaspettato momento tranquillo, una stella cadente metropolitana mi scombinava i capelli, ormai diversi. Dicevamo che qui stelle non ce n’erano. Dicevamo di non avere più sogni irreali. Dicevamo chi sa quando. Le bici stortissime che vibrano ai 180 mila km orari e inaspettatamente vanno dritte. Poi un euro che pesa quanto un macigno quanto l’unico bicchiere di vino di ogni sera di via paolo fabbri di via da qui se non ci sei. E natale non mi sfiora. E il caffè finisce sempre come lo zucchero come la simpatia per la coop con i suoi commessi frichettoni ed un eticità da più spendi più sei buono. Come i nostri occhi sconvolti. Tranne i piatti e gli affitti, quelli non finiscono mai. Anche se è un furto anche se stasera lo diciamo a tutti. Con il centro blindato con lo shopping alleato di ogni male per cui ci copriamo il volto. Che poi non c’è così freddo e magari per le vacanze mi vieni a trovare. Anche se io in vacanza non vado mai. Sarà un anno e mezzo che non mi riposo. Adesso piano piano piano ancora piano: ghiaccio zero io uno. Lo spazzaneve ci porterà via un giorno o l’altro e non ce ne accorgeremo, lo sai si? E tu continui a disegnare sui muri la tua disperazione la tua ansia intercontinentale che mi sembri via zamboni il ventinove di dicembre e io continuo a dirti che se è illegale è più bello.


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